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L'immagine rappresenta l'intervista ad Andrea Sciarrino, dove troviamo un cameraman in primo piano e i partecipanti all'intervista sfumati in secondo piano

Intervista al Business Unit Manager di Canna: il successo di Andrea Sciarrino

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Trovare la persona giusta non è mai semplice, tantomeno quando si tratta di trovare una persona per aprire una nuova filiale in Italia. Ma è in questo modo che è nata la collaborazione tra Canna, azienda olandese di successo nel settore dei fertilizzanti a base di canapa, e Professional Recruitment. Per raccontarvi questa partnership abbiamo condotto un’intervista ad Andrea Sciarrino, l’attuale Business Unit Manager (BUM) di Canna Italia da noi selezionato. 

La sfida di Canna era quella di trovare un BUM che stabilisse le operazioni della filiale, sviluppando una strategia di vendita e costruendo relazioni solide con gli stakeholder. Oltre a stabilire le operazioni era importante anche che il BUM riuscisse a sviluppare la filiale nel tempo, guidando la crescita delle vendite. 

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Conosciamo meglio Sciarrino e il suo ruolo.

L’intervista inizia: presentazione e background di Andrea Sciarrino

Andrea Sciarrino è approdato in Canna quasi due anni fa. Prima di questa esperienza è stato per quasi 12 anni in un gruppo italiano di beni di lusso, dove è cresciuto internamente, passando da Sales Agent ad Area Manager nel dipartimento commerciale dell’azienda.

Dopo la sua esperienza, terminata nel 2020, è stato un freelance per quasi 3 anni. Successivamente è entrato in contatto con Canna ed ha iniziato il suo percorso come Business Unit Manager e National Manager della filiale italiana.

L’azienda operava già da diversi anni sul mercato italiano, ma non aveva ancora consolidato una presenza stabile e radicata nel territorio. Per tale motivo, si è resa necessaria la ricerca di un Business Unit Manager (BUM) in grado di rafforzare significativamente la posizione dell’azienda e garantirne un’integrazione completa nel mercato italiano.

Cosa ti aveva attratto inizialmente dall’opportunità di seguire la filiale italiana di Canna?

Sciarrino ci confessa di essere stato attratto principalmente dalla prospettiva di una crescita professionale: «Sicuramente la prospettiva di una crescita, perché rispetto al lavoro che avevo fatto precedentemente era uno step successivo che nell’ambiente dove ho lavorato purtroppo non sarebbe stato possibile fare».  

Ma anche il settore lo ha spinto a cogliere l’opportunità: «Il fatto che fosse un settore totalmente slegato e diverso da quello da cui venivo gli dava un’attrattiva molto interessante. Mi ha permesso di non avere preconcetti, di non avere pregiudizi, di non avere schemi. Mi ha permesso di affrontare le cose in maniera più disinvolta, che molto spesso è un bene se non si fa l’errore, come ho fatto io all’inizio, di pensare di avere un po’ troppa libertà».

Cos’è che ti rende fiero di lavorare in un’organizzazione come Canna?

Evento di Canna, l'immagine rappresenta i partecipanti seduti

Sciarrino, dopo anni di collaborazione con Canna, ha le idee chiare: «L’azienda, oltre ad essere estremamente solida, è anche estremamente grande. È presente in tutto il mondo e la cosa bella di questo è che si viaggia molto in giro per l’Europa. Per me questo scambio culturale è un grosso valore aggiunto perché non solo è divertente ma è soprattutto arricchente. Ogni Paese lavora infatti in maniera totalmente diversa ed è per questo che in ogni nazione c’è un Business Unit Manager, perché nazioni diverse hanno modi di lavorare diversi».

Oltre alla possibilità di scoprire nuove culture e modi di fare, Andrea Sciarrino nella sua intervista sottolinea l’importanza della libertà d’azione: «Il nostro non è un prodotto mainstream, non è una bottiglia di una bibita che puoi vendere in mille modi. Questo è un prodotto che necessita di una serie di processi che sono molto diversi da Paese a Paese. E l’azienda lo sa bene, per questo dà molta libertà di gestire le cose nel modo che riteniamo più opportuno. Ovviamente tutto è sempre sotto controllo e supervisionato, ma comunque c’è una certa libertà». 

Avere questo tipo di libertà, per professionisti del suo livello, non è scontato, ma è sicuramente un fattore che permette a Canna di avere – come employer – un valore aggiunto.

Sciarrino infatti conclude dicendo: «È molto incoraggiante – per chi fa un lavoro come il mio – avere la libertà di gestire le cose nel modo che riteniamo migliore. Ed è l’azienda stessa che ci tiene che ci sia uno scambio di idee e impressioni fra di noi: è per questo che viaggiamo molto».

Come descriveresti il processo di selezione che hai avuto con noi?

Le parole chiave che Sciarrino usa per descrivere la sua selezione sono lineare, chiaro e trasparente

«Il processo di selezione è stato lineare seppur lungo, ma la lunghezza era dovuta alla scrupolosità di Canna che mirava ad approfondire la valutazione dei candidati attraverso un articolato iter di numerosi colloqui. È stato lineare anche perché ho sempre avuto un’unica interlocutrice all’inizio, Valeria Serafini, Senior Head Hunter & HR Consultant. Era evidente che fosse molto ben in contatto con l’azienda, quindi non ci sono stati inciampi, come per esempio un’informazione trasmessa male o incompleta. Questo purtroppo molto spesso succede, ma in questo caso non è mai successo. Purtroppo non ho avuto belle esperienze in altri contesti proprio a livello di processo di selezione, ma questa volta è stato lineare. Lungo ma semplice perché non ci sono stati intoppi».

In che modo un head hunter locale ha facilitato il tuo contatto con un’azienda internazionale?

Per un’azienda internazionale riuscire a selezionare autonomamente figure in Italia è estremamente difficile. Le difficoltà spaziano dalla mancata conoscenza del territorio, dei salari e dei ruoli alla legislazione e alla cultura del lavoro. Per questo molte di loro, come Canna, si affidano a partner esperti nella ricerca e selezione in Italia. 

Sciarrino ci conferma che interagire con degli head hunter ha facilitato il processo: «Avere un interlocutore italiano che ha un mandato dall’azienda chiaro e che sa come ci si relaziona con le persone sul territorio aiuta enormemente». 

Non solo però, perché gli head hunter aiutano anche nella trattativa e nella consulenza: «Quando si viene a conoscenza di chi è l’azienda e di quanto è grande si ha una certa remora nel porsi nei loro confronti. Avere un intermediario, un interlocutore, che fa da ponte per le varie richieste o dubbi che uno può avere è estremamente d’aiuto. A lui queste cose si chiedono volentieri, mentre chiederle direttamente all’azienda diventa più complicato».

Qual è stata la tua esperienza con Professional Recruitment?

I consulenti di Professional Recruitment non sono solo degli intermediari tra azienda e candidati, ma delle vere e proprie figure di riferimento strategico per entrambi. 

Ed è lo stesso Andrea Sciarrino a confermarcelo durante l’intervista, raccontandoci la sua esperienza positiva: «È stata positiva perché non ci sono stati scontri, scontri che, purtroppo, avevo avuto con società di head hunting precedenti. Ogni informazione e condizione mi è stata data in maniera chiara e non è una cosa scontata». 

Il nostro iter di selezione viene sempre comunicato in modo chiaro e trasparente, e vengono comunicati immediatamente anche eventuali test o assessment. Questi elementi ci permettono di avere dei processi equi per i candidati e di qualità per i nostri clienti.

Quali sono state le sfide più grandi che hai affrontato nell’avviare la filiale italiana?

Avviare e supervisionare una filiale non è un lavoro semplice: «Io venivo da un altro grande gruppo ed ero nella parte commerciale dell’azienda, quindi molte cose di routine le sapevo. Però avevo sempre comunque un intermediario fra me e il management, cosa che invece qui non c’è stata. Ho dovuto capire bene i passaggi e i ruoli interni in questa nuova realtà». 

Non è poi da sottovalutare la differenza culturale tra i vari dipendenti. Canna, infatti, possiede filiali in altri otto Paesi europei, consentendo a migliaia di persone di interfacciarsi con abitudini e culture lontane dalla loro. 

Ce lo conferma Sciarrino stesso: «Confrontarsi con persone che vengono da un’altra nazione è complesso. Hanno abitudini, modi di lavorare e attitudini personali totalmente diversi dai nostri. Io ho sempre lavorato con aziende italiane prima di entrare in Canna, quindi è stato un piccolo shock culturale. Ma poi col tempo mi sono orientato; in azienda sono state – e lo sono tutt’ora – delle persone estremamente disponibili e facili con cui lavorare. Sono molto attenti a tutte le procedure interne, cosa non così scontata per me visto il contesto da cui venivo».

Quali sono stati i traguardi chiave raggiunti nei primi mesi in questo ruolo?

Il traguardo principale per Sciarrino è chiaramente l’aver avviato la filiale italiana con successo: «Abbiamo impiantato tutta la struttura italiana. Siamo passati da una gestione decentralizzata come filiale a filiale straniera con sede in Italia. Abbiamo dovuto riprendere in mano tutto il mercato da cima a fondo, quindi i rapporti con i distributori e con tutta la filiera». 

Anche il lavoro di management e di leadership non è stato semplice, ma ha portato grandi soddisfazioni: «C’è stato un grosso lavoro per riuscire a lavorare in continuità con i processi e le procedure interne che già c’erano per far funzionare tutto come deve. Questo è stato abbastanza importante come risultato perché gestire tutto – dalla A alla Z – è complesso».

Infatti, come sottolinea Sciarrino: «Alla filiale è delegata l’intera gestione della nazione, quindi dagli aspetti fiscali a quelli organizzativi e promozionali, nonché di creare un flusso di lavoro che non fosse sempre rincorrere l’emergenza dell’ultimo minuto. Riuscire a pianificare le cose per tempo e gestirle come impegno – come task e non come emergenza – è stato un grande risultato».

La fine dell’intervista di Andrea Sciarrino: quali consigli daresti ad altri professionisti che affrontano sfide simili nelle loro carriere?

Il consiglio principale di Sciarrino è anche quello più difficile da mettere in pratica: «Consiglio di uscire dal settore dove si è stati per anni, di avere il coraggio di abbandonare una situazione dove si sa già tutto. Se è possibile consiglio di andare in un settore totalmente nuovo perché ti permette di avere un occhio esterno. Consente di vedere le cose senza ricadere nelle abitudini e nelle routine che uno ha sempre avuto». 

Non tutte le abitudini sono scorciatoie utili e sane, e Sciarrino lo sa per esperienza: «Le abitudini – e parlo per esperienza personale – molto spesso portano a ricommettere gli stessi errori. Oppure ti fanno a ricadere nei soliti motivi di insoddisfazione per cui qualcuno sta cercando un altro impiego. Per questo il consiglio più grande e vero che possa dare è quello di non aver paura di cambiare».

Andrea Sciarrino conclude con questo consiglio la sua intervista con noi. Il coraggio di cambiare non è per tutti, ma chiunque compia questo salto dimostra a se stesso e agli altri di essere pronto a qualsiasi sfida

Sfida che Sciarrino ha colto e sta continuando a svolgere con entusiasmo e risultati concreti. Infatti, ad oggi, i prodotti di Canna sono affermati sul mercato italiano e la filiale è completamente avviata

Noi di Professional Recruitment ringraziamo Andrea Sciarrino per il suo prezioso contributo e per averci dato fiducia nella sua selezione.

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