Selezione e Intelligenza Artificiale: è finita l’era dei recruiters?

Selezione e Intelligenza Artificiale

Con il termine intelligenza artificiale (o Artificial Intelligence, AI) si pensa subito ai film di fantascienza, ad umanoidi e robot in grado di prendere decisioni e compiere azioni complesse. In realtà, l’intelligenza artificiale è molto più concreta rispetto a come la immaginiamo ed è utilizzata in diversi settori: dalla biologia, all’automazione industriale, ai veicoli fino ai processi di selezione.
L’applicazione dell’AI nella gestione delle risorse umane è un fenomeno largamente consolidato, che ha impatti durante tutto il percorso di vita lavorativa dell’individuo:

●    Job description: in questa fase gli strumenti di augmented writing (scrittura aumentata) suggeriscono come descrivere l’offerta di lavoro per renderla maggiormente attrattiva verso uno specifico target; 
●    Sourcing: attraverso l’analisi dei dati, gli strumenti intercettano potenziali candidati passivi in linea con la posizione aperta;
●    Screening e selezione: l’AI è utile sia per il primo screening dei curricula sia per la successiva profilazione del candidato in termini di correlazione con i valori aziendali.
In questa fase sono largamente utilizzati i chatbot, strumenti che hanno la capacità di intervistare i candidati tramite video e di rilevarne persino il livello di entusiasmo (sorriso, tono, vivacità etc.). La raccolta di dati, attraverso l’uso di strumenti biometrici, test e gamification, permette la profilazione dei candidati. Il profilo di personalità emerso viene paragonato con quello degli altri e con i dipendenti di maggior successo per l’azienda. Il tool è programmato per riconoscere le risposte del candidato ideale e quindi selezionare per il successivo step quelle persone che soddisfano determinati criteri. 
L’automazione permette, inoltre, di garantire un feedback a tutti coloro che hanno mandato la candidatura o che sono stati ingaggiati durante il processo;
●    Orientamento, sviluppo e carriera: analizzando l’andamento nel tempo di determinati atteggiamenti del lavoratore si possono prevedere scenari futuri come l’abbandono dell’azienda e progettare, quindi, adeguate misure di intervento (ad esempio job enrichment, formazione, aumento dello stipendio etc.).

Pro e contro dell’uso dell’AI
L’utilizzo degli strumenti di AI per lo screening dei curriculum permette una notevole riduzione del tempo e dei costi di ricerca e selezione del personale. 
Inoltre gli esperti ritengono che i tools siano in grado di eliminare gli unconscious bias, pregiudizi inconsci che influenzano costantemente le scelte di ogni essere umano, e quindi anche dei recruiter. 
Un ulteriore vantaggio è rappresentato dalla completa personalizzazione da parte della società dell’esperienza del candidato (candidate experience), migliorando la reputazione aziendale e garantendo un feedback a tutti coloro che partecipano al processo di selezione.
Lo scenario dei benefici è completato da un miglioramento complessivo della performance di associazione candidato-posizione. Ovviamente per un corretto ed efficace utilizzo di questi sistemi è necessaria una buona programmazione ed impostazione iniziale, che possano consentire la scelta dei valori e delle parole chiave più in linea rispetto alla ricerca. 

D’altra parte, la perdita del contatto umano può influire sulla performance del candidato e sul modo di rapportarsi in fase di intervista con il tool, con la possibilità di perdere persone molto valide ma che hanno difficoltà a relazionarsi con uno schermo. Infatti, feedback e rassicurazioni emotive espresse dal recruiter, tramite linguaggio verbale e non verbale, non sono replicabili dal chatbot, che propone una serie di domande asettiche, enfatizzando così l’ansia da prestazione e il disagio da telecamera.

In conclusione, l’utilizzo di questi strumenti nelle prime fasi di selezione può essere utile, soprattutto per posizioni e realtà con un altissimo tasso di candidature. L’AI, però, non può sostituire la professionalità del selezionatore: competenze tecniche e personali, approfondita conoscenza delle dinamiche aziendali e relazionali sono elementi essenziali per l’individuazione della corretta risorsa da inserire in un’organizzazione. Le soft skills e una professionalità di stampo psicologico sono le chiavi per valutare al meglio tutte le caratteristiche personologiche e motivazionali dei candidati.
Quindi lo scenario auspicabile è quello di un’integrazione efficace tra AI e recruiters per trarne i massimi vantaggi, come la diminuzione dei tempi e dei costi e il miglioramento dell’esperienza del candidato, anche grazie alla costruzione della relazione con il selezionatore. Lo scopo finale è quello di garantire ambienti di lavoro in cui motivazione e soddisfazione rappresentino i fattori strategici del successo di un’azienda.

Valeria Serafini, Lucia Cannone